Andrea, da volontario a professionista del non profit

“Molti si avvicinano al mondo del non profit per cambiare vita, per fare un lavoro che sebbene non sia altamente remunerativo, ti permetta a fine giornata di tornare a casa con una consapevolezza diversa: quella di aver fatto davvero qualcosa per migliorare la vita delle persone. Questa è stata la ragione che ha guidato il mio percorso professionale e che mi ha fatto scegliere di lavorare nel Terzo settore. Anche se… tutti i lavori dovrebbero avere come obiettivo finale quello di migliorare la vita delle persone!”.

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Andrea Ambrosio, un giovane 35enne lombardo, che ha deciso di dedicare la propria vita al mondo del non profit.
Lo abbiamo scovato su LinkedIn qualche settimana fa e, come successo per Silvia Sarti (qui vi abbiamo parlato di lei), non abbiamo potuto fare a meno di approfondire la sua conoscenza, facendoci raccontare il suo percorso nel mondo del volontariato.

Andrea diventa volontario molto presto, subito dopo il diploma, entrando a far parte della Croce Rossa. Una divisa che indossa ancora oggi e che nella vita gli ha insegnato tanto, fino a farlo diventare Rappresentante della Gioventù e Vicepresidente regionale della Lombardia. La mission di questa organizzazione lo ispira a tal punto da guidare le sue scelte nella vita quotidiana, finchè Andrea capisce che le skills apprese durante l’esperienza di volontariato possono aiutarlo anche nella vita professionale. Così decide: vuole lavorare nel Terzo settore e per questo inizia il suo percorso di formazione.

Si iscrive all’ALTIS- Alta Scuola Impresa e Società, dove si forma sulle Strategie di Sostenibilità per le non profit e continua il suo percorso con un master all’UNIVOL, l’Università del Volontariato, per acquisire le competenze necessarie a rivestire il ruolo di responsabile e coordinatore dei volontari. Oggi Andrea lavora come event e location manager presso la Fondazione Paoletti di Milano, dove si occupa principalmente dell’organizzazione e lo sviluppo delle attività di raccolta fondi “face to face”.

Andrea crede fortemente nel mondo del non profit e nelle sue potenzialità: “Rinnovo quotidianamente il mio impegno per un settore che mi ha rubato il cuore. Ci siamo scelti reciprocamente. Ci siamo trovati. Il Terzo Settore è già protagonista di una rivoluzione silenziosa che salverà il mondo, ma per farlo ha bisogno di nuove idee, strumenti, formazione continua e soprattutto di tante sinergie, perché non basta essere persone di buon cuore. A chi vive questo mondo auguro sempre di poter fare insieme riflessioni in un’ ottica collaborativa. Soltanto arrivando a più persone possibili con la bontà delle cause delle nostre organizzazioni, avremo un mondo più giusto”.

Quando gli chiediamo cosa pensa del ruolo del volontario e dell’importanza di fare rete tra le persone, ci dice di avere grande fiducia nella collaborazione dei volontari e nel saper fare rete insieme donando il proprio tempo per una causa comune.

“Preferisco parlare di dono in termini di tempo più che in termini economici. E’ importante che le persone si appassionino alla mission dell’organizzazione, in modo tale che si crei un legame”.

A proposito del volontariato digitale, Andrea ci dice: “Abbiamo avuto bisogno di una pandemia per capire che il volontariato si può fare anche da remoto. Sono stato subito felicemente colpito dal progetto di Happy Angel: finalmente qualcuno è riuscito a creare una piattaforma dedicata al volontariato digitale. Ora anche i professionisti che hanno un lavoro nomade possono donare il proprio tempo mettendo in pratica le proprie competenze. Trovo che questo progetto sia un grande passo verso il futuro del volontariato!”

Anche stavolta il web ci ha riservato una bella sorpresa, permettendoci di entrare in contatto con un ragazzo che crede nel potenziale del volontariato e delle persone che lo fanno.

Ti abbiamo incuriosito e vorresti donare le tue competenze a una non profit? Ci sono tante organizzazioni che cercano volontari digitali come te! Dai un’occhiata qui

Articolo scritto da

Jessica Vengust
Jessica Vengust
Sono una triestina trapiantata a Roma da più di dieci anni. Corro soprattutto sul Lungotevere e nei campi del Nordest, adoro la Settimana Enigmistica e la vitovska del Carso. Mi piacciono le persone vere, quelle con le quali poter creare un dialogo, una reciprocità, un ascolto. Credo nella forza della parola e nella sua intrinseca natura di scambio comunicativo.

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