L’ingrediente segreto per un buon curriculum? Il Volontariato!

Un buon curriculum deve rispondere a tre fondamentali requisiti: sintesi, chiarezza e creatività. Nessun recruiter vuole trovarsi davanti a lunghi papiri da tradurre, nessun Hr prenderà in esame un cv graficamente scomposto, difficile da leggere e poco intuitivo. Bisogna prendersi del tempo per scegliere quali informazioni inserire e a quali competenze dare maggior risalto. Non basta fare un elenco delle esperienze lavorative e descrivere i titoli di studio conseguiti: bisogna parlare di sé, mettere in luce le soft skills e, soprattutto, le esperienze di volontariato!

Le soft skills, infatti, sono quelle abilità, applicabili a gran parte delle professioni, che si acquisiscono attraverso le diverse esperienze della vita. E quale miglior modo del volontariato, per coltivare le capacità trasversali come l’empatia, l’organizzazione, il team work, le abilità relazionali e lo spirito d’iniziativa (per citarne solo alcune)?!

Ricordiamoci, poi, che il volontariato può assumere diverse forme e declinarsi anche attraverso gli strumenti digitali. Che tu decida di aiutare una non profit a costruire la propria campagna di comunicazione o che tu scelga di prestare aiuto in un canile, ricordati di raccontarlo nel tuo cv!

Non è un caso che LinkedIn, il più grande network di professionisti al mondo, preveda la possibilità per gli utenti di inserire nel proprio profilo il campo “Volontariato”, come se fosse, appunto, un elemento che arricchisce l’identità professionale di ciascuno.

“Spesso i professionisti sono portati a credere erroneamente che il lavoro volontario non costituisca anche un’esperienza professionale – scrive Nicole Williams, Connection Director di Linkedin – Anche se di lavoro fate il commerciale, se in passato avete organizzato una raccolta fondi per una no profit aggiungete al vostro profilo le competenze che avete acquisito, come ad esempio l’organizzazione di eventi o la loro promozione. Tali competenze aggiuntive possono fare di voi un candidato o un partner di business potenzialmente più interessante”.

Lo sa bene la community di Happy Angel, che attraverso la piattaforma fa volontariato online e sfrutta al massimo ogni esperienza, per trasformarla in un’occasione di crescita personale e professionale.

E se il tuo cv viene scelto per un colloquio, come si affronta l’argomento volontariato? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Malinconico, HR Specialist e Ambassador di Happy Angel: “I recruiter si soffermano molto spesso sulle esperienze di volontariato in lingua inglese, ma non solo su quelle. Il consiglio che do ai candidati è di raccontare sempre, con esempi concreti, quali competenze hanno sviluppato attraverso il volontariato, soffermandosi su quelle che ovviamente possono essere collegate al ruolo per cui ci si stanno candidando!”.

E tu, hai già inserito un’esperienza di volontariato nel tua curriculum? Se non sai da dove iniziare, dai uno sguardo QUI!

Articolo scritto da

Redazione Happy Angel
Vi raccontiamo il mondo del Volontariato, dal punto di vista di chi lo fa ogni giorno

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