Quando Non profit fa rima con digitale

Noi di Happy Angel lo ripetiamo spesso: il Covid 19 ha accelerato l’adozione di strumenti digitali da parte delle non profit, sia sul fronte della comunicazione che della raccolta fondi. Ad esempio, nella prima fase della pandemia, diverse associazioni hanno lanciato campagne di crowdfunding sfruttando le piattaforme online e andando spesso a sostituire tutte quelle attività che implicano un contatto fisico diretto: basti pensare agli eventi di raccolta fondi o al face to face fundrasing.

Questi aspetti sono emersi con chiarezza nella 7a edizione di “Donare 3.0”, ricerca condotta da BVA Doxa in collaborazione con PayPal e Rete del Dono, con interviste a una popolazione 18-64 anni nel mese di Marzo ed Aprile 2021.

Il processo di avvicinamento al digitale, dicevamo, ha subíto una forte accelerazione. Si stima che questa accelerazione, avvenuta negli ultimi 12 mesi, in tempi normali si sarebbe attuata nell’arco di 3- 5 anni. Ecco perchè si è consolidato l’empowerment delle organizzazioni rispetto al tema del digitale, che è diventato lo strumento principe per molte attività.

È importante tenere ben presente che la dimensione digitale e relazionale non sono in conflitto, anzi sono per certi versi un’endiadi. Non a caso un effetto importante della pandemia riguarda proprio il volontariato. Secondo la ricerca di BVA Doxa, la quarantena relazionale ha infatti attivato in molte persone il desiderio di dedicarsi al prossimo. Il volontariato, così, ha subìto un incremento significativo (+8% di italiani rispetto al 2018) e ha coinvolto soprattutto le giovani generazioni.

Per quanto riguarda l’attività di comunicazione, invece, come fare per impiegare al meglio i canali digitali? Le organizzazioni, attraverso i canali digital, devono raccontare la propria realtà facendo entrare gli utenti nel proprio mondo. Soprattutto se pensiamo ai donatori, è fondamentale che la comunicazione sia bidirezionale: l’utente vuole avere la possibilità di interagire.
Proviamo di seguito a schematizzare alcuni brevi consigli.

COSA FARE sui canali digital

• trasmettere per quanto possibile comunicazioni personalizzate ed indirizzate ad uno specifico target
• impiegare un linguaggio semplice e diretto, avvalendosi di immagini e video impattanti
• offrire la possibilità di esternare la propria opinione (opportunità di dialogo con i donatori)
• utilizzare i canali digitali emergenti (influencer/content)
• essere coerenti in ogni canale

COSA NON FARE sui canali digital

• essere aggressivi/ invadenti, gravando sul senso di colpa
• forzare gli stakeholders a rapportarsi con la propria comunicazione
• svolgere attività che puntano unicamente alla richiesta di donazione, senza prima aver costruito una relazione
• usare un approccio top-down, unilaterale in cui il donatore è solo un donatore

Quello che stiamo vivendo è un momento di passaggio, ma la fluidità tra l’online e offline diventerà sempre di più parte delle nostre esistenze. Quanto, però, la consapevolezza delle organizzazioni non profit è allineata a questo cambiamento? Costruire una cultura digitale rappresenta una grande sfida di capacity building, non riguarda dunque solo l’attivazione di strumenti come mere protesi legate al fundraising.

Il digitale funziona nel momento in cui c’è la consapevolezza che sia uno strumento imprescindibile per lavorare in modo efficace all’interno della propria organizzazione: deve essere accolto in modo trasversale, integrato nella propria strategia e nel proprio modus operandi.

Ecco perchè attraverso Happy Angel cerchiamo di incoraggiare la digitalizzazione nelle piccole organizzazioni non profit. Scopri come QUI.

Articolo scritto da

Roberta Bonaccorso
Roberta Bonaccorso
Roberta è una studentessa del Master in Fundraising dell'Università di Bologna. Ha conseguito la laurea in Scienze Economiche ed è stata coordinatrice Face to Face per Save the Children Italia Onlus, Fondazione Telethon, L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e per WWF Italia Onlus. Una delle sue più grandi passioni è il calcio a 5, sport che l'ha spinta a credere fortemente nel valore del lavoro di squadra. Adora viaggiare e farlo le ha insegnato ad avere un grande spirito di adattamento e ad andare sempre oltre i limiti del suo campo visivo.
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